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Il dolore non è per sempre: l'esperienza del lutto e della perdita

Il dolore non è per sempre: l'esperienza del lutto e della perdita

15 Giugno 2017

Il termine lutto deriva da "luctus", che significa letteralmente "piangere". Questa parola si riferisce al tipo di perdita connesso alla morte e include oltre al cordoglio interiore, un insieme di pratiche e riti, di natura culturale, sociale e religiosa che lo accompagnano.
Parkes (1980) afferma che il dolore del lutto è naturale come lo è la gioia nell'amore : la sofferenza determinata dal distacco nasce dall'intensità del legame che sentiamo verso la persona che abbiamo perso.

C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.

(Qo 3, 1-8)

Il termine lutto deriva da "luctus", che significa letteralmente "piangere". Questa parola si riferisce al tipo di perdita connesso alla morte e include oltre al cordoglio interiore, un insieme di pratiche e riti, di natura culturale, sociale e religiosa che lo accompagnano.
Parkes (1980) afferma che il dolore del lutto è naturale come lo è la gioia nell'amore : la sofferenza determinata dal distacco nasce dall'intensità del legame che sentiamo verso la persona che abbiamo perso.

Il dolore del lutto si differenzia da altri tipi di perdita per l'intensità e la definitività della perdita, alla quale non è possibile rimediare, il lutto dunque comporta la necessità di accettare una perdita.
La morte è fondamentalmente un evento naturale e un dato di fatto, non è dunque un problema come lo sono altri eventi, poiché non esiste una soluzione. La morte è un evento pesante da accettare, il problema semmai sono le conseguenze che possono derivare dalla perdita.


Il terapeuta aiuta il paziente che ha subito un lutto ad elaborarlo, facilitando il processo di accettazione e prevenendo che conseguenze negative a lungo termine.
Si può quindi imparare ad accettarela perdita e convivere con il lutto, non superarlo.
Le emozioni costituiscono un nodo cruciale nell'elaborazione dei vissuti luttuosi. Le emozioni sono naturali e fanno parte della condizione umana come i pensieri e i comportamenti, esse non si possono classificare in buone o cattive, non si è responsabili dei nostri sentimenti, ma solo per come sono gestiti. Il distacco da una persona cara scatena un fiume di stati d'animo nell'essere umano.


L'elaborazione del lutto segue tipicamente una serie di fasi:


1. SHOCK La persona è incredula, in uno stato alterato di consapevolezza, sa che è accaduto, ma non riesce a comprenderlo lucidamente.


2. NEGAZIONE La negazione può avvenire a diversi gradi di intensità, dalla persona che continua a ripetere "non è possibile" o non prova emozioni, alla persona che continua a parlare con il defunto morto.


3. RICERCA Comincia una struggente ricerca del proprio caro defunto, tramite preghiere, ricordi, foto... è intollerabile il non vederlo, non toccarlo più, ecc...


4. RABBIA La persona abbandonata non ha più modo di non guardare in faccia la realtà ed è arrabbiata perchè tutti i suoi sforzi di ricongiunzione non hanno prodotto risultati. La rabbia può essere espressa contro sé o contro gli altri, verso Dio, verso il destino, ma anche verso il defunto stesso colpevole di averci lasciati. La rabbia è una reazione funzionale che ha lo scopo di coprire il vero e proprio sentimento di perdita, che in questo momento non sarebbe ancora possibile affrontare: la pura e profonda tristezza.


5. DEPRESSIONE Questa è la fase che precede la risoluzione del lutto. La persona in questo stadio abbandonano ogni difesa nei confronti della perdita: non la nega, lascia andare il senso di rabbia e prova adesso solo una profonda tristezza per l'ineluttabilità della perdita avvennuta. Questo stadio che potrebbe sembrare il peggiore è in realtà la via di uscita dal lutto.


6. ACCETTAZIONE In questo stadio la persona comincia progressivamente a riorganizzare la propria vita, recuperare nuovi sensi della sua esistenza. Non nega più il dolore della perdita, recupera i ricordi del caro defunto per portarli con se nella vita che adesso sente può continuare e portare ancora gioie.
Queste fasi sono fisiologiche e naturali, la loro durata può variare, può accadere che il lutto si complichi e la persona abbia difficoltà a superare una fase.


Nel DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual Of Mental Disorders 5) il lutto diventa "complicato" se si protrae oltre i 6 mesi e si parla di Prolonged Grief Disorder.


Fattori che possono facilitare la comparsa del lutto complicato sono:

  • Ambiente familiare problematico
  • Assenza o inadeguatezza di supporto sociale
  • Perdite multiple nella storia individuale
  • Antecedenti di problematiche psicologiche
  • Difficoltà a esprimere i propri sentimenti con tendenza alla repressione delle emozioni
  • Difficoltà nella relazione con il defunto quando questi era in vita

La Terapia Cognitivo Comportamentale sostiene il paziente nel processo di elaborazione del lutto, facilitando l'accettazione e prevenendo esiti psicopatologici.

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